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Il New York Times cita in giudizio OpenAI e Microsoft per violazione del copyright

Il New York Times, uno dei giornali più prestigiosi e influenti del mondo, ha intentato una causa contro OpenAI e Microsoft, accusandoli di aver violato i suoi diritti di proprietà intellettuale utilizzando i suoi articoli per addestrare e testare i loro sistemi di intelligenza artificiale.

OpenAI e Microsoft
OpenAI e Microsoft

Secondo la denuncia, OpenAI e Microsoft hanno utilizzato i contenuti del New York Times senza autorizzazione o compenso per sviluppare e migliorare i propri modelli di generazione del linguaggio naturale, come GPT-3 e GPT-4. La causa sostiene che questi modelli sono in grado di produrre testi indistinguibili dagli articoli originali e rappresentano una minaccia per la qualità, la credibilità e la redditività del giornalismo.

Il New York Times sostiene che i suoi articoli sono protetti dalla legge sul copyright e che OpenAI e Microsoft hanno violato i suoi diritti copiando, distribuendo, mostrando e creando opere derivate dai suoi contenuti. La causa chiede un’ingiunzione per impedire a OpenAI e Microsoft di utilizzare i suoi articoli, oltre al risarcimento dei danni e alle spese legali.

OpenAI e Microsoft non hanno ancora risposto alla causa, ma hanno già difeso l’uso di dati pubblici per addestrare i loro sistemi di intelligenza artificiale. Hanno inoltre affermato che i loro modelli sono destinati a scopi di ricerca e innovazione e che hanno adottato linee guida e salvaguardie etiche per prevenire l’uso improprio e l’abuso della loro tecnologia.

La causa solleva importanti questioni sulle implicazioni legali ed etiche della generazione del linguaggio naturale, un campo dell’intelligenza artificiale in rapida evoluzione che presenta numerose applicazioni e sfide potenziali. Inoltre, mette in evidenza la tensione tra gli interessi dei creatori di contenuti e quelli degli sviluppatori di tecnologie, che possono avere opinioni diverse su come bilanciare innovazione e protezione nell’era digitale.

OpenAI e Microsoft devono affrontare un’azione legale da parte del New York Times per i dati di addestramento dell’AI

El New York Times ha presentado una demanda contra OpenAI y Microsoft, acusándolos de utilizar millones de sus artículos para entrenar sus modelos de inteligencia artificial sin autorización. La demanda alega que los grandes modelos de lenguaje (LLM) de las empresas, que pueden producir textos en lenguaje natural sobre diversos temas, han copiado, resumido e imitado el contenido y el estilo del Times.

Gli LLM sono alla base dei prodotti chatbot delle aziende, ChatGPT e Copilot, che possono rispettivamente interagire con gli utenti e generare frammenti di codice. La causa sostiene che le aziende hanno violato i diritti d’autore e di marchio del Times, nonché i suoi diritti morali, utilizzando le sue opere per formare i suoi LLM.

La causa sostiene che le aziende hanno utilizzato contenuti provenienti da diverse fonti per alimentare i loro LLM, ma hanno dato particolare importanza ai contenuti del Times, riconoscendone la qualità e il valore. La causa sostiene che questo costituisce un uso sleale delle opere del Times e che le aziende hanno beneficiato della reputazione e degli investimenti del Times.

L’azione legale mira a impedire alle aziende di utilizzare i contenuti del Times per la formazione dei loro LLM in futuro e a rimuovere i contenuti del Times dai loro set di dati esistenti. Chiede inoltre che le aziende paghino «miliardi di dollari di danni legali ed effettivi» per la loro violazione.

La causa è una delle prime sfide legali all’uso di scraping web su larga scala per addestrare modelli di IA e solleva importanti domande sulle implicazioni etiche e legali di tali pratiche. Il caso potrebbe avere importanti implicazioni per il futuro del giornalismo e dello sviluppo dell’IA.